Celebrato a Ragusa il giubileo dei malati in collaborazione con le Suore del Sacro Cuore

“Il nostro è un gesto di attenzione nel contesto del Giubileo della misericordia. Un gesto di attenzione verso quelle persone che vivono forti disagi a motivo della malattia. La malattia fa parte della nostra vita e, in un modo o nell’altro, tutti quanti, prima o poi, facciamo questa esperienza. Ecco, abbiamo voluto mettere in risalto questo aspetto sottolineando le opere di misericordia corporali ma anche quelle spirituali che ci portano a prestare la massima considerazione a quelle persone che vivono uno stato di crisi quando vengono a sapere di avere una malattia che si rivela fatale e che può condurre alla conclusione della propria vita”. E’ la sottolineatura che il vescovo della diocesi di Ragusa, mons. Carmelo Cuttita, ha fatto ieri sera in Cattedrale presiedendo la concelebrazione del Giubileo dei malati, un momento fortemente voluto dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, diretto da don Giorgio Occhipinti, per sottolineare le difficoltà con cui i sofferenti si trovano costretti a fare i conti proprio a causa delle gravi problematiche da cui sono afflitti e rispetto alle quali la dimensione umana dei rapporti, anche da parte degli operatori sanitari, diventa un punto fondamentale per accostarsi con relativa serenità a questa situazione. La cerimonia, molto articolata, si è tenuta in collaborazione con la congregazione delle suore del Sacro Cuore per celebrare la memoria liturgica della Beata Maria Schininà. Per l’occasione, don Occhipinti ha festeggiato il 25esimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale. L’appuntamento ha preso il via con l’accoglienza dei malati, dei diversamente abili, delle associazioni di volontariato sanitario e parrocchiale e degli operatori sanitari in piazza San Francesco d’Assisi. Poi c’è stato un momento di preghiera iniziale nella casa madre della Beata Maria Schininà. Subito dopo, i partecipanti, in processione, hanno proceduto verso la Cattedrale San Giovanni Battista. Quindi, a seguire, il passaggio dalla Porta santa che si trova all’ingresso della Cattedrale. C’è stata, infine, la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo. Mons. Cuttitta ha voluto porre l’accento su un aspetto in particolare. “E’ necessaria – ha chiarito – una sinergia di forze per occuparsi delle persone che stanno male. E’ un appello che vogliamo fare a tutti credenti e non credenti, prendersi cura dell’altro fa parte di quella che è la dimensione della nostra umanità. Guai a noi se ci fermiamo a guardare solo le nostre necessità, guai a noi se ci chiudiamo in noi stessi”. Don Occhipinti, poi, ha raccontato come è nata la sua vocazione: “Stare accanto a chi soffre, è stata sempre la mia principale preoccupazione. D’altronde, ho abbracciato la missione sacerdotale perché, prestando servizio come volontario, tanto tempo fa, nel reparto di oncologia, ero rimasto colpito da chi soffre. Ed è scattata la vocazione. Ho deciso che occorreva la massima attenzione spirituale per aiutare chi è in grave difficoltà”.

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