Una tenda a Vieste (Puglia)

«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi

e vi ho costituiti perché andiate

e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16)

Il 18 e il 19 Luglio, sulle coste del Gargano a Vieste e precisamente in Puglia, il Progetto Tenda 2014 ha piantato la sua prima Dimora di Adorazione come tappa di annuncio che percorre le coste italiane e che si concluderà in Sicilia, nostra Terra Madre. Proprio come quando il popolo ebraico camminava nel deserto e ad ogni tappa Dio lo accompagnava e vi abitava con la sua gloria e la sua presenza che era in una tenda.

La nostra è stata missione di «evangelizzazione» di spiaggia in spiaggia, camminando nel Nome del Signore, un po’ come ha fatto Giovanni Battista abbiamo preceduto l’arrivo del Signore. È Lui stesso che si è legato all’attività missionaria alla quale siamo state chiamate e mandate dall’obbedienza. In collaborazione con la Diocesi, il Rettore e il Vicerettore del seminario, diversi sacerdoti, i seminaristi e tanti giovani seguiti durante l’anno pastorale, ci siamo lanciati in questa missione. L’arcivescovo Mons. Michele Castoro, nel giorno che precedeva la missione ci ha benedetti e inviati ad annunciare il Regno di Dio a tutte le genti. Lo Spirito Santo ci ha dato forza e coraggio per affrontare una missione un po’ decentrata, era infatti la prima volta che si annunciava sulle spiagge. Inizialmente l’equipe missionaria era un po’ titubante sull’efficacia di questo annuncio in un luogo insolito ma i primi passi hanno fatto scoprire a tutti la gioia di parlare di Lui, di portare la sua salvezza, di indicarlo come Colui che ci ama. Eravamo circa trenta missionari che dopo il primo annuncio con canti e animazione in ogni lido, si divideva in gruppetti e andava ad annunciare sotto gli ombrelloni. Abbiamo incontrato sani e malati, credenti e non credenti, guariti e feriti, anziani, giovani e bambini. L’annuncio era per tutti! Tanta sete di Dio e di essere raggiunti da quel Dio a volte dimenticato. La presenza delle suore è stata vista come segno di profezia e risveglio del senso della fede. Il secondo giorno della missione, racconta una suora,  ho visto un ombrellone con vicino una sedia a rotelle, mi sono avvicinata, c’era una bambina di dieci anni che era disabile e i suoi genitori giovanissimi. Il papà mi ha detto: dove stava guardando Dio dieci anni fa’ quando dopo una meningite mia figlia è rimasta così? Dove guardava? Silenzio da parte mia e preghiera, dice la suora, vedevo tanta sofferenza. La mamma era diventata buddista e il papà non credente. Io continuavo ad annunciare e a guardare in loro una viva presenza di Dio, ho toccato il Dio vivente e anche loro si sono sentiti toccati da Dio! Ecco una parte della nostra missione, siamo chiamate ad annunciare, mandate a guarire e consolare. L’importante non è stato cosa dire che non dipende da noi, ma come essere, per non contraddire con la vita ciò che annunciamo con la bocca.