La celebrazione dell’ 8 settembre onora la natività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento è l’incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio.
Questo è il giorno in cui il Creatore dell’universo ha costruito il suo tempio, oggi il giorno in cui, per un progetto stupendo, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore.
Tutta la Creazione canta di gioia, la festeggiano coloro che si trovano in terra e coloro che si trovano in cielo.
Vogliamo ricordare una donna di Dio, la Beata Maria Schininà, che ha vissuto sulla terra nell’abbandono e nella fiducia alla Madre di Dio portatrice del Suo Figlio per il quale la Beata dona e consacra la sua vita nel mondo al servizio dei poveri.
Nel 1981 la nostra Madre Fondatrice scriveva una lettera alla Madonna, ritrovata proprio sotto il braccio dell’Immacolata che si trovava nella sua camera.
Sorprendente è l’abbandono fiducioso verso la Vergine Maria, spesso infatti si rivolge a Lei con il titolo di Mamma.
Riportiamo una parte dello scritto che Maria Schininà indirizzo alla sua Mamma Celeste:
«Mamma vedi come sono debole, rinforzami (…) Dimmi o Madre mia, chi mi ha messo qui dove sono? Fondatrice, sai Mamma mia, quante volte t’interrogai se volevi, e ti dicevo, Madre mia, se è per la gloria di Dio e vostra va bene, se no lasciate stare, ma se lo farete, datemi il tutto perché il tutto mi manca(…). Mamma mia la grazia finale mi dovete dare Mamma mia, il perdono dei miei peccati mi dovete dare, sì mamma mia che tu me lo puoi dare il perdono dei miei peccati, il mio e tuo Gesù non ti nega niente se gli domandi il perdono per me, ma ciò non basta, la grazia di non peccare più, ma ciò non basta, la grazia di amarlo sino all’ultimo fiato della mia vita».