Il 4 novembre del 1990, la Chiesa era in festa per la Beatificazione della nostra Madre Fondatrice: Maria Schininà. “Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto” (Gv 15, 5); è questo il frutto della santità. Così Giovanni Paolo II nel descrivere la fisionomia spirituale della santa, dice:
«Il cammino spirituale della beata Maria Schininà del Sacro Cuore prese le mosse dalla penetrazione profonda dell’amore di Dio, quale si rivela nel simbolo del Cuore di Gesù; per corrispondere a questo amore accentuò nella sua spiritualità la contemplazione, l’adorazione e la riparazione.
Disgustata dal lusso e dalle vuote cerimonie del suo palazzo gentilizio, diede inizio a una vita totalmente dedicata al servizio dei poveri, sull’esempio di Gesù, che nel suo amore per gli uomini si fece buon samaritano di ogni umana infermità.
I poveri per la beata erano gli ammalati e gli anziani, gli ignoranti, i bisognosi di istruzione, i minatori delle miniere di bitume e di zolfo che non conoscevano Dio e abbisognavano di catechismo, i carcerati, ai quali la beata predicava corsi di esercizi spirituali per la Pasqua; le peccatrici pubbliche, che si mostravano quanto mai sensibili alle sue iniziative caritatevoli.
La beatificazione della Schininà nei piani della Provvidenza viene celebrata all’indomani della conclusione del Sinodo episcopale sulla formazione sacerdotale. La beata fu valido sostegno per numerosi sacerdoti, che ella serviva e venerava come ministri della Riconciliazione e dell’Eucaristia. Quanti sacerdoti furono da lei protetti spiritualmente nella vocazione e aiutati anche economicamente durante la vita di seminario!
Questa testimonianza di eroica carità evangelica è il “frutto” che la beata Schininà ha potuto portare nella Chiesa e nella società perché è “rimasta” intimamente unita al Signore. Il suo carisma resta sempre vivo e attuale, perché è presente e operante provvidenzialmente nelle mille forme di apostolato delle sue Figlie: le Suore del Sacro Cuore di Gesù».
Ancora oggi in diverse parti del mondo, le sue figlie servono Gesù Cristo nei poveri. Dall’Italia, dove è sorta l’opera ci si irradia nel Madagascar, in Canada, in America, nelle Filippine, in Nigeria, in Romania, in India, in Guinea e dove ancora lo Spirito Santo vorrà condurre i loro passi.
La Beata Maria Schininà resta un modello di santità che gode di sfida per i giovani del nuovo millennio, lei che ha avuto il coraggio di lasciare ciò che aveva per darlo ai poveri e rinunciare alle numerose ricchezze per ritrovarle in Cristo, oggi dice a tutti che non c’è gioia più grande che donare la propria vita per gli altri.
Nei poveri vedeva Dio, lo amava, lo cercava e lo trovava gioiosamente in loro! Si faceva povera con i poveri, cibo per gli affamati, conforto per i desolati, forza per gli sfiduciati, mamma per gli orfani, madre per gli anziani, sorella per l’umanità, sposa di Cristo e della Chiesa.
A 24 anni dalla sua beatificazione, l’opera di Dio in lei, continua a vivere nelle sue figlie che servono con umiltà e zelo la Chiesa tutta, dando ragione della speranza che è in loro e vivendo in attesa della parusia finale.