Quando una donna dice il suo “sì” a Dio… la Beata Maria Schininà, una donna che ha camminato nella santità!

La Chiesa è piena di donne che hanno detto il loro “sì” rendendo sempre più bello il cammino degli uomini sulla terra. Ragazze, madri, sorelle, spose che si sono prese cura di una dimora che è stata la missione stessa loro affidata, spingendosi verso l’ideale ispirato, hanno creduto talvolta offrendo la vita stessa. «Vite che credono sono vite che bruciano», dice una scrittrice. Chiunque ha ricevuto amore, crede, diventa luce e versa il calore della sua luce su chi lo circonda, e cammina affondando i passi sulla terra del giardino fecondo del suo Creatore.

Dando uno sguardo alla Sacra Scrittura, si vede come il primo gesto della Vergine Maria dopo la nascita del suo Figlio è così descritto: «lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia» (Lc 2,7). È il primo gesto di una donna verso Gesù, verso Dio fatto uomo. Dio lascia che una donna si prenda cura di lui, che lo accolga nel suo grembo oltre che nel suo cuore. Questa è la singolarità dell’essere donna. La capacità di accogliere nel grembo Gesù che può nascere nel mondo di oggi.
Edith Stein scriveva: «Nel dialogo silenzioso che le anime consacrate a Dio intrattengono con il loro Signore, si preparano gli avvenimenti visibili della Chiesa, che rinnovano la faccia della terra […], sono scelte di preferenza del Signore per divenire strumenti e compiere grandi opere nella Chiesa».
Maria Schininà è la donna che ha saputo accogliere la chiamata di Dio, è stata santa non facendo la minima ombra all’unico che è santo, Dio. Cosa vuol dire questa santità? Dalla radicale ebraica qdš troviamo questi significati “santo”, “consacrato”, “santificare”, l’idea in fondo è quella di separazione da ciò che è peccato e profano per uno speciale uso divino. Ma proviamo a capire cosa voglia dire santo, andiamo al cuore di questa parola nell’uso latino del termine: sanctus.

Francesco d’Assisi, Teresa d’Avila, Ignazio di Loyola, Maria Schininà, quanti nomi sono scritti nei cieli e noi li invochiamo come Santi! Li abbiamo appena ricordati nella solennità di Ognissanti, conosciuti e non, ma da dove viene la parola sanctus?E cosa significa?
Prima ancora del latino, ci sarebbero il greco, l’ebraico (lo abbiamo appena ricordato) e una cosa è certa: la stessa radice semitica presente nella lingua ebraica viene riportata, anche se con un suono diverso, in greco (hágios) e sta ad indicare un luogo sacro o la separazione dell’umano dal divino.
In latino esistono in particolare due termini per indicare il sacro: sacer e sanctus, entrambi derivano da una stessa radice che suona sak-. Sacer era già presente nel mondo romano e assumeva diversi significati, dal sacro concernente il culto fino al magico; un poeta di nome Orazio parlava di sacrae voces, ovvero parole magiche.
Sanctus rimanda invece ai seguaci della nuova fede, a quella nazione eletta di cui parla San Pietro nella sua prima lettera. Diventa il termine tecnico appartenente al mondo cristiano: è il participio passato del verbo latino sancire, reso inviolabile, intoccabile a causa del ruolo privilegiato che svolge. Si usa ancora questo verbo quando si parla di patti, alleanze, e Dio nel sancire la sua alleanza, condivide la sua santità. Farebbe pensare a qualcosa o qualcuno di troppo lontano da noi, di inaccessibile, ma è Dio stesso che trasferisce il significato, o meglio il potere di questa parola all’uomo! Se riferito all’uomo indica non solo qualcuno che è stato riservato al culto ma che più precisamente è in relazione con Dio, e per questo è reso santo! Numerosissimi martiri, proprio agli inizi della diffusione del Cristianesimo, donavano la loro vita perché non avevano paura nel dire «Christianus sum, amicus Dei sum!» Sono in relazione con Lui, è Dio che mi ha salvato e che mi ha chiamato beato; io sono suo amico perché lui ha detto «voi siete miei amici» (Gv 15,14).
Il dizionario di antichità cristiane afferma che la sanctitas cristiana, chiamata così in lingua latina, nei primi secoli ha, e non può che avere una dimensione essenzialmente collettiva. Fino al 993 d.C. venivano eletti dal popolo, con il trascorrere del tempo individui scelti cominciano ad essere considerati dalla Chiesa santi singolarmente perché hanno vissuto in maniera eroica le virtù teologali e cardinali. Resta una certezza: sono sancti tutti coloro che vivono per Dio, che sono suoi figli, perché lui li ha predestinati da sempre e ha sigillato il suo amore per loro per sempre.

Definizioni, radici, verbi, etimologie, un po’ aride forse ma tutto per scavare fino in fondo e trovare, attraverso la lingua, che ce ne fa cogliere il messaggio, l’alto valore che per noi la parola santo esprime. La Parola, il Verbo, infatti, stupisce sempre e … anche le altre parole potrebbero!
Sono santi coloro che sono chiamati beati! «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). Maria Schininà ha usato lo stesso amore di Dio per le anime, la misericordia, un cuore rivolto ai miseri. Scegliendo la via del Cuore di Dio, ha trovato misericordia: è stata accolta come sancta nel cielo e nei cuori di chi la venera.

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