Carissimi Amici,
l’11 giugno 1910, giorno del transito della beata Maria Schininà è, per noi, Suore del Sacro Cuore, una data incancellabile che annualmente commemoriamo in tutte le comunità con svariate celebrazioni.
Come si legge nella Positio super vita et virtutibus, quel giorno, appena appresa la notizia, «tutta Ragusa… e i paesi vicini piansero la morte di Maria Schininà. Si diceva: “È morta una Santa, la Madre di tutta Ragusa”» (p. 439).
Il prossimo anno ricorrerà il Centenario della morte della Beata e la Congregazione delle Suore del Sacro Cuore intende farne memoria durante un Anno giubilare, con inizio il 9 giugno 2009 e conclusione il 12 giugno 2010.
Incoraggiate dalle commoventi parole con le quali papa Giovanni Paolo II la proclamò beata, nella Basilica di S. Pietro a Roma, il 4 novembre 1990, definendo la sua una «testimonianza di eroica carità evangelica», siamo liete di mettervi a conoscenza di tale ricorrenza, che da sempre abbiamo vissuto come inizio di benedizione divina non solo sulla nascente Congregazione religiosa, sulla città di Ragusa e sulla Sicilia, ma anche sull’umanità particolarmente disagiata e su tutta la Chiesa. È un modo per chiedervi, amici carissimi, a unirvi a noi per formare un unico coro di lode, ringraziamento e benedizione a Dio per il dono elargitoci nella persona di Maria Schininà.
Per altro, come ricordava ancora Giovanni Paolo II, c’è un ulteriore motivo che ci incoraggia in questo nostro ricordo, ed è l’avvio, il prossimo 19 giugno, dell’Anno sacerdotale. La beata Schininà, infatti, sono ancora parole del papa, «la Beata fu valido sostegno per numerosi sacerdoti, che ella serviva e venerava come ministri della Riconciliazione e dell’Eucaristia. Quanti sacerdoti furono da lei protetti spiritualmente nella vocazione e aiutati anche economicamente durante la vita di seminario!». Si pensi solo all’incoraggiamento che ella rivolse, con decisione e spirito profetico, al giovane Giovanni Jacono, divenuto vescovo di Caltanissetta e oggi servo di Dio.
Maria Schininà non giunse subito a scegliere la strada di Dio: nata in un contesto familiare nobile, squisitamente siciliano, nella sua giovinezza ella seguì la moda del suo rango sociale: amava il teatro, il ballo, la società, benché la sua condotta si mantenesse sempre assai seria. Dio, comunque, la voleva per sé e a 21 anni, soprattutto dopo la morte del padre, Maria Schininà sperimentò un profondo vuoto interiore, l’insoddisfazione della vita, la ricerca di qualcosa di più nobile e bello: «Era Gesù – dirà più tardi Maria Schininà – che cospargeva tutte quelle false gioie di amarezza, sì era proprio lui che mi chiamava e mi voleva tutta sua». A 25 anni si distacca da tutto perché vuole donarsi a Dio. Questo gesto di rottura degli steccati di classe, clamoroso e irreversibile, fu un gesto profetico che avviava Maria Schininà verso la strada della santità.
Così, Maria adotterà sempre, nella sua vita e nella sua opera, le grandi parole di Paolo di Tarso: «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (Fil 4,13). E, davvero, l’amore di Dio la trasformò completamente. Conduceva la vita nella preghiera e nel lavoro, insisteva perché le sue Suore unissero la vita attiva alla contemplativa e facessero da Marta e Maria. A tal fine, Maria Schininà dette subito a se stessa e alla Congregazione nascente una ben precisa fisionomia spirituale: amore e riparazione al Sacro Cuore di Gesù. Ella volle offrire se stessa e le sue Suore come “vittime di espiazione” all’amore di Dio, riparando l’amore offeso nel servizio ai bisognosi e agli emarginati.
Sta qui l’originalità del carisma di Madre Maria Schininà e della sua fondazione: non la fuga in un misticismo vago e indefinito, ma lo slancio verso il cuore di Dio vissuto nella concretezza e nella condivisione con i figli di Dio oppressi da una situazione di tremenda povertà spirituale e materiale! È ancora il Vangelo a fondare questo carisma: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me» (Mt 18,1-15). Infatti, la pedagogia di Dio non ammette volontariato: i santi non sono dei volontari, ma dei chiamati: «non voi avete scelto me ma io ho scelto voi» (Gv 15,16).
Il Signore Gesù ha chiamato Maria Schininà a essere apostola tra i poveri e la Beata non è venuta mai meno a questa chiamata: amorevole, leale e generosa, ella ha messo a servizio dell’umanità sofferente del suo tempo il suo grande talento, la sua grande generosità, la sua commovente umanità. Così la profezia del Vangelo si realizza: attraverso la sua famiglia religiosa, attraverso il movimento cui ha dato vita, ella è vivente nella nostra memoria e le ricchezze della sua santità continuano a portare frutto nella Chiesa e nel mondo.
Ringraziandovi fin d’ora per l’attenzione che vorrete e potrete rivolgere a questo benedetto anniversario, e premunendoci di farvi avere al più presto il programma con le celebrazioni del Centenario, cogliamo l’occasione per implorare per voi e per i vostri cari l’effusione abbondante dello Spirito santo.
Nel Cuore di Gesù,
Suor Cherubina Battaglia, Superiora Generale
e le Suore del Sacro Cuore.