Sono venuta a conoscenza del campo in Sila tramite una suora. Non sapevo bene cosa mi aspettasse dal momento che si trattava di un’esperienza completamente nuova per me.
Da subito sono stata colpita dalla cura con cui era stata preparata la casa, per cui si respirava un’atmosfera accogliente ed allegra.
Oltre alle attività di ogni giorno, ai momenti di preghiera e di condivisione con le altre ragazze, ciò che più mi è rimasto impresso è la gioia provata e la sensazione di libertà che aumentavano di giorno in giorno.
È stato bello conoscersi tra di noi, scendendo ad un livello più profondo e senza sentirsi giudicati.
I giorni trascorsi a Camigliatello sono stati unici e li ho vissuti come un dono del Signore, mi sono resa conto di quanto sia grande e della carica che mi ha dato al loro termine.
È una di quelle esperienze che non si esaurisce quando lasci il luogo dove l’hai vissuta e le persone che hai incontrato, ma che, al contrario, hai quasi l’impressione che cominci quando l’hai terminata, ritrovandoti con qualcosa in più che prima non possedevi.
Per me ha significato capire che la fede non è qualcosa che si vive solo interiormente, ma si concretizza nel rapporto con le persone, nell’accoglienza di ciò che accade ogni giorno, nell’apertura all’inaspettato.