UNA CENA: L’ULTIMA! IL GIORNO DELL’AMORE PER MARIA SCHININÀ!

La Beata Maria Schininà chiamava questo giorno “il Giorno dell’Amore” proprio in riferimento a quell’Amore estremo di Gesù per i suoi, per quelli che chiamò a sé donando la sua vita e il suo corpo nell’Eucaristia. Gesù lasciando un esempio, quello di amarci noi, gli uni con gli altri e quello di donare la nostra vita per gli altri è stato il modello incarnato da Maria Schininà per tutta la sua vita. Il Giovedì Santo, Maria Schininà, in memoria di quella indimenticabile cena che riviveva concretamente nella sua vita a servizio di Dio e del prossimo, individuati 12 poveri, li invitava nella sua comunità, li serviva, lavava i loro piedi nell’acqua profumata, si rendeva serva donando un amore tale che vedevano Gesù nelle sue azioni. Quanti poveri hanno vissuto la loro ultima cena, toccati da quelle mani indimenticabili e guardati da quegli occhi pieni di vita divina!!!
Maria Schininà un’icona dell’ultima cena, una cena che ha vissuto e rivissuto durante tutto il suo apostolato. Ma quella è stata anche una cena che ha toccato 12 uomini e le loro fragilità, uomini che hanno lottato tra l’amore e il peccato, che in quanto creature piccole hanno sbagliato, ma che quando hanno amato hanno dato la vita. Ecco Maria Schininà, una donna che ha dato la vita amando ma … leggiamo nella vita dei discepoli che quando si ama, può capitare di inciampare …
Sappiamo che proprio nell’ultima cena… nel Vangelo di Giovanni, proprio quella sera, c’è un imprevisto … un rifiuto…
Il cap. 13 del Vangelo di Giovanni è un testo particolare, in una situazione di massimo rifiuto di Dio quale sarebbe il tradimento di Giuda, c’è il dono dell’Eucaristia.
Cosa è successo tra Gesù e Giuda quella sera? Una cena che ha cambiato la vita di molti!
Cerchiamo ora di capire cosa è successo durante quell’Ultima Cena…
Gesù spiega cosa vuol dire amare, non amare semplicemente ma sino alla fine. Questo amore supremo fino alla perfezione del dono totale di sé, sarà tra poco realizzato nell’atto di lavare i piedi ai discepoli, come simbolo dell’atto ultimo e definitivo del passaggio di Gesù al Padre.

“Li amò sino alla fine…”. Oggetto di questo amore sono i suoi (tous idious). Sono i suoi discepoli che Lui ha scelto e che Lui conosce e che hanno corrisposto al suo amore e hanno creduto in Lui.
Ecco che quella sera avviene la lavanda dei piedi, il Maestro si alza, i discepoli guardano. Gesù è “il Signore e il Maestro” e lo ribadisce : “Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono”. Ma perché ribadirlo? Gesù rivela solo ora cosa vuol dire, vuol dire “essere servo”.
E allora ecco “depone le vesti, si cinge di un asciugatoio e si mette a lavare i piedi dei discepoli”. Questo evento che è la lavanda dei piedi è certamente il modo con cui Gesù dice che essere Signore è essere servo (questo gesto infatti richiama quello dei servi non ebrei che lavavano i piedi ai loro padroni e agli ospiti, in Es 21,2 dice che non si poteva esigere da uno schiavo ebreo che lavasse i piedi al suo padrone. Ma la lavanda dei piedi che era di regola compito degli schiavi, poteva anche essere effettuata da altri per esprimere il proprio rispetto, la propria venerazione e il proprio amore per la persona a cui si prestava questo servizio).
Il Signore e il Maestro si cinge di quell’asciugatoio che sono le vesti del servo, ma c’è qualche cosa di più, il gesto di togliersi le vesti e mettersi l’asciugatoio è un gesto simbolico non solo dell’assunzione del servizio, ma che dice la decisione di Gesù di dare la vita, la sua vita. Nel mondo biblico il vestito ha una forza simbolica particolare, perché rappresenta la persona, la sua funzione e quindi la sua vita. Allora, quando Gesù si toglie le vesti è come se si togliesse la vita, è come se la desse per poi riprendersela.
Nel vangelo di Giovanni, quando Gesù, parla del Buon Pastore, dice che nessuno gli toglie la vita, ma è lui che se la toglie e la riprende (Gv 10,18). Questo “se la toglie e la riprende” è detto proprio con gli stessi identici verbi, che vengono usati qui nella lavanda dei piedi per dire che si toglie le vesti e poi se le rimette.
Ecco che la lavanda dei piedi dice l’istituzione eucaristica, cioè è il gesto simbolico del dare la vita, dell’entrare nella passione per passare attraverso la morte e giungere alla risurrezione.
Gesù che dice : “io do la mia vita per voi!”. Non è semplicemente “io muoio”, ma “io do la vita” e me la riprendo, nel senso che è un morire per poi risorgere, è quel morire che entra nella morte e la vince, è un morire per dare la vita.

Ma Giuda resiste a questo amore, resiste alla vita.
E allora durante la cena si presenta un problema, proprio nella stessa serata, nello stesso luogo, alla stessa tavola, quindi, proprio lì dove avviene la lavanda dei piedi.
Gesù decide di dare la vita per i suoi, ma tra questi suoi c’è Giuda, c’è colui che rifiuta questo amore e tradisce, c’è il peccato, ci siamo noi, c’è il nostro amore limitato, ci sono i nostri rifiuti. D’altra parte questo è normale: dove si vede la misura di un amore? Lì dove l’amore si scontra con il rifiuto, la resistenza, il tradimento. È lì che si vede se l’amore è capace di andare fino in fondo, è capace di arrivare alla fine. È facile amare chi ci ama! Il problema è amare chi non ci ama, chi non la pensa come noi, chi ci ha fatto del male. Cosa facciamo davanti a coloro che ci odiano?
Ed ecco la lotta, la vera lotta… Giuda in questo momento è il discepolo in pericolo, è sotto l’inganno, deve decidere. È Gesù, sapendo tutto, porta il suo amore fino alla fine per quel discepolo, oltre che per tutti gli altri. Ma è un amore di predilezione, non lo lascia solo, rimane con lui, gli lava i piedi e Giuda si lascia lavare i piedi dal suo Maestro e Signore, Giuda accetta che Gesù dia la vita per lui. Ecco la mia vita per te! Giuda prende la Sua vita!
“E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone”: un gesto che fa il padrone di casa all’ospite importante, è un privilegio verso colui che si ama di più.
Ma come Gesù? Proprio a Giuda che ti sta tradendo?!
L’uomo che tradisce e Gesù che si consegna … Gesù trasforma il tradimento in dono anche per Giuda.
Ecco la mia vita Giuda, eccola anche per te!
Una cena, l’ultima! L’ultimo incontro tra Giuda e Gesù si trasforma in un dono d’Amore, quel dono che noi partecipiamo ogni giorno e che sostiene la nostra fede. L’eucaristia, farmaco d’immortalità direbbe un Padre della Chiesa. Senza di essa, non potremmo vivere!
Eccola, ecco la mia vita! Direbbe ancora oggi Maria Schininà, lei che si è nutrita dell’Eucaristia toccando e servendo i poveri, lei che oggi dice a noi: che cosa aspetti? Il dono di Gesù è anche per te, tutto nella tua vita si può trasformare in Amore.
Che cosa aspetti? Sii tu l’amore!